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Pasqua: Benvenuti al Sud!

01 Aprile 2023

Pasqua: Benvenuti al Sud!

Continua il nostro viaggio enogastronomico tra le tavole d’Italia e questa volta sarà il Sud Italia a raccontarci qualcosa di sé.
Come tutti gli angoli d’Italia anche le regioni del Sud sfoggiano a Pasqua una grande varietà di piatti tipici dalle tradizioni secolari. Ecco la Pasqua sul tacco dello stivale.

Le tavole in Puglia vedono radicata la tradizione di Agnello e uova che non possono mancare altrimenti, che pasqua Sarebbe?
Uova, salumi e formaggi non mancano mai. Si inizia col Benedetto (U’Beneditt). Si tratta di un antipasto molto ricco che accosta specialità della regione: capocollo, sopressata, uova sode, fette di arancia e ricotta fresca.
A Bari si uniscono anche i carciofi fritti, che bontà! Con un’entrée del genere potremmo spaziare tra varie tipologie di vino.
Di sicuro però andiamo a preferire qualcosa che non abbia tenore alcolico troppo elevato.
Cosa vi consiglio?
Una bollicina da uve trebbiano e vermentino dal cuore del Salento sicuramente sarebbe ottimo accompagnamento di formaggi, uova e primizie dell’orto tuttavia i grandi salumi pugliesi chiedono una marcia in più.
Vai col rosso: malvasia nera, o primitivo a patto che non facciano affinamenti in legno troppo lunghi. Scegliete la versione base.

L’agnello viene cotto nel tegame e accompagnato da contorni che generalmente variano da zona a zona: gli asparagi nel foggiano, i funghi cardoncelli nelle Murge e i piselli a Trani.
Al piatto si unisce uovo sbattuto e formaggio grattugiato, un piatto molto ricco di sapore e succulenza che la tradizione contadina ha portato saldamente ai giorni nostri.
Qui non ci sono storie. Vino rosso e che sia un grande rosso.
C’è bisogno di tanti muscoli per reggere un piatto di questo carattere: vi segnalo un vino da uve leggermente appassite a base di negroamaro e sirah, affina in barrique per 6 mesi.
Struttura, persistenza, e ritondità per darne una definizione in 3 termini. Il suo nome è “A passo lento”, cantina Vecchia Torre.  

Preferite i gusti di mare?

La Puglia a Pasqua si racconta anche con la Tiella riso, patate e cozze. Con questo piatto stappate serenamente un bianco. Vermentino del Salento, il vino consigliato.
Nel Salento si prepara la coddura: un pane dolce tipico che raccoglie uova sode all’interno. Pensate che questa preparazione si è guadagnata il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale (PAT).
Dolce e salato si fondono “allegramente” nei banchetti pasquali.


Il nostro girovagare ora si muove verso le terre campane.

Sappiate che il giovedì santo è immancabile la zuppa di cozze e riuscirete a valorizzarla sicuramente stappando un fiano di Avellino. Se ne trovate con tenore alcolico al 13% ben venga: la zuppa di cozze è succulenta, necessita di alcol per disidratare.

Non manca mai sulle tavole napoletane il casatiello salato: una torta rustica molto corposa con all’interno dadini di salumi e formaggio e la classica decorazione (edibile ovviamente) con le uova sode.
Abbondante strutto nella preparazione. Il vino da abbinarci?
Un vino bianco persistente e ricco in freschezza gustativa. Ottimo un greco di tufo. Perfetto in abbinamento anche ai carciofi arrostiti ripieni di cacioricotta di capra. Questo piatto è sinonimo di Pasquetta nel Cilento


Amanti dei salumi?

La Pasqua Napoletana vede la classica Fellata sulle tavole. Un tagliere di salumi locali affettati da cui il piatto prende nome (“fella” in napoletano significa fetta).
Ad accompagnare la fellata, così carica di sapori forti come pepe e spezie varie abbiate con voi un vino rosso locale di pari forza: provate un Lacryma Christi del Vesuvio rosso, un blend di aglianico e Piedirosso da 13 gradi.


Voliamo in Sicilia.

La pasqua in Sicilia è una celebrazione di colori e profumi di una primavera che si sta risvegliando.

Avete mai assaggiato le olive cunzate (condite alla siciliana)?
Un delizioso antipasto che apre le danze su una ricca selezione di antipasti dove non possono mancare gli arancini di riso.

Farei il primo brindisi pasquale con una bollicina metodo classico. Da uve grillo, cantine Spadafora il Metodo classico Nature Enrica, 30 mesi sui lieviti.

Una ricetta antichissima preparata per il pranzo pasquale in tutta Messina è “U Sciusceddu”, una teglia di polpette cotte in un brodo di carne con cipolle e piselli e poi ricoperte da una crema di ricotta e uova.
Qui ci vuole un buon bianco: vi segnalo il Catarratto Bio di Spadafora: affina in cemento per 2 mesi e porta nel bicchiere tutti i profumi della sua terra.

L’agnello di nuovo protagonista ma questa volta fa da ripieno alle classiche impanate Ragusane. L’agnello all’interno è stufato con erba cipollina e vino rosso.
E con un vino rosso andremo a deliziare il palato: Etna rosso di Filippo Grasso. Una sinfonia di nerello mascalese e nerello cappuccio.

Dei dolci siciliani riporto le Cassatelle classiche di Agira. Molto diffuse in tutta la Sicilia orientale. Si tratta di pasticciotti di frolla con un morbidissimo ripieno di cacao in polvere, mandorle tostate, farina di ceci, scorze di limone e cannella.
La cottura è in forno a legna e non potete che gustarle accompagnate da un vino passito locale. Eccezionale lo zibibbo di Pantelleria, uno su tutti il Ben Rye di Donna Fugata

Se non siete ancora soddisfatti concludete con un moscato liquoroso da meditazione e chiacchiere in compagnia.
Tirando le somme… Divertiamoci tutti con i piatti e i calici che ci riserva la nostra bella Italia, uno scrigno di sorprese da Nord a Sud.
Buona Pasqua, winelovers!
Cin cin
 
 
 
 
 

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