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Cavaliere del Garda e il Lugana

14 Aprile 2021
Ci troviamo nella bella Desenzano dove il Cavaliere Fabio Contato ci racconta come la sua passione per il vino si sia concretizzata prima nel noto nome di Ca’ Maiol e oggi in “Cavaliere del Garda”.

Si lavorano solamente 20 ettari con un’attenzione maniacale volta a dare massima espressione del vitigno. Stiamo parlando di Lugana, o meglio, di Trebbiano di Lugana in purezza.
Andiamo con ordine:
5600 ceppi per ettaro, dove i ceppi sono vigne di età media 35 anni su terreno ricco di argilla.  Molto semplicemente significa che la resa del vitigno è ridotta giocando nettamente a vantaggio della qualità e quella componente argillosa conferisce al vino una marcia in più: longevità e struttura.

La vendemmia non può essere che manuale, l’unica raccolta che garantisce una cernita adeguata. Il trebbiano di Lugana è un’uva tendenzialmente tardiva: porta a maturazione i suoi frutti verso la metà di settembre.
E’ da qui che il Cavaliere del Garda comincia a dimostrare la sua “artigianalità”: può protrarsi anche a 30 giorni la vendemmia perché si raccolgano solo le uve arrivate al livello di maturazione desiderato.

Le uve vengono poi sottoposte a lavaggio, una tecnica che garantisce una decisa pulizia (quasi un gioco di parole) dei profumi nel bicchiere. Lodevole tecnica su cui piazziamo il nostro sincero “Mi Piace”.

Si procede con la criomacerazione ovvero una sosta del mosto liquido a contatto con le bucce a circa -5°C per 48 ore: ancora una volta una mossa a favore della struttura e della componente aromatica del nostro Lugana.

La fermentazione? Assolutamente con lieviti indigeni per portare nel bicchiere nient’altro che i profumi di quel vitigno.  Ai più curiosi specifico che si procede alla sosta sur lei con batonnage: una procedura che conferisce al vino grassezza, corpo e longevità.

Il Lugana da allora vede acciaio. Il contenitore perfetto, inerte per garantire il viaggio del vino fino a maggio, il momento dell’imbottigliamento.

Di questo Lugana apprezzo anche l’attenzione alla scelta della bottiglia. Non una comune bottiglia bensì si è scelto un vetro satinato.
Oltre il piacevole effetto estetico che non guasta mai, questo vetro protegge dalla luce, più precisamente dai raggi UV, nemici subdoli che rischiano di inficiare il vino apportando un difetto meno noto del “tappo”: il gusto di luce.

L’impegno di Cavaliere del Garda non si conclude con il Lugana Lacus ma da alla luce anche un vino rosato. Ci spostiamo di pochi km da Desenzano in direzione Salò dove i nuovi protagonisti diventano Barbera, Groppello, Marzemino e Sangiovese lavorati in uvaggio per dar vita al loro “vino di una notte”.

Proprio così: un contatto con le bucce di una notte è sufficiente per regalare un delicato colore rosato al vino che diventerà il Chiaretto Valtènesi Aura su cui l’azienda mette la firma.

A chiudere il cerchio qualche consiglio sull’abbinamento.
Il Lugana Lacus si fa impegnativo per un semplice aperitivo a meno che non sia accompagnato da finger food che facciano da spalla: vi consiglio un crostino con crescenza, radicchio e noci.
Con il Chiaretto Valtènesi godiamoci un buon guazzetto di crostacei o una zuppa di pesce leggera. Da provare anche con una focaccia bianca con pomodorini e mozzarella di bufala.

Fateci sapere. Cin cin
 
 
 
 

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