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Differenze tra Vino Biologico, Vino Biodinamico e Vino Naturale.

30 Marzo 2023
Negli ultimi anni la sostenibilità ambientale ha conquistato tanti aspetti delle nostre vite. E anche i vini si sono adeguati alla crescente attenzione da parte dei consumatori: la produzione di Vini Green  è infatti cresciuta a dismisura, e con questa anche la confusione tra le tipologie. Facciamo un po’ di chiarezza.
 

VINO BIOLOGICO.

La viticoltura biologica presta particolare attenzione alla tutela dell’equilibrio naturale del vigneto e dell’ambiente circostante, evitando l’uso di fertilizzanti, insetticidi e diserbanti chimici di sintesi e contribuendo al mantenimento della fertilità del suolo. Grazie all’impiego di antiparassitari naturali, i viticoltori biologici sono, perciò, in grado di controllare i parassiti e le malattie con metodi ecocompatibili, limitando così la contaminazione del suolo e delle falde acquifere. Inoltre, tutti gli aspetti della viticoltura biologica hanno l’obiettivo di minimizzare gli interventi in cantina e di puntare alla massima qualità del prodotto.
Grande attenzione alla chimica in campo quindi estremamente ridotta. Tuttavia in cantina è consentito comunque l’utilizzo di circa 40 additivi e coadiuvanti enologici, tra i quali ci sono lieviti industriali, gomma arabica, trucioli di quercia, acido tartarico, colla di pesce e molti altri. Vero è che tra le aziende certificate biologiche, non si può sapere chi utilizza un solo additivo oppure chi li usa tutti.
Tutto ciò è precisamente disciplinato dal recente regolamento comunitario n. 203/2012 che tratta l’intero processo produttivo del vino biologico, consentendo così di mettere sugli scaffali di enoteche e negozi un prodotto riconoscibile dall’etichetta europea con la foglia verde.
 

VINO BIODINAMICO.

L'agricoltura biodinamica, nata negli anni intorno al 1920 dal filosofo e scienziato tedesco Rudolf Steiner, si è diffusa solo negli ultimi decenni in Italia.
La biodinamica si fonda sull'interconnessione tra terreno e cielo, considerando l’azienda agricola come un organismo in cui le relazioni tra gli elementi che la compongono ne permettono la sopravvivenza reciproca. Questo comporta una stretta collaborazione tra uomo, animali e piante per fertilizzare, nutrire e mantenere in salute l'intero ecosistema.
Oltre ai metodi più tradizionali dell'agricoltura, la biodinamica si basa su una serie di procedure e credenze ispirate all'antroposofia, all'astrologia, all'omeopatia e a principi esoterici. I princìpi dell'agricoltura biodinamica includono la biodiversità e la rotazione delle colture, l'osservazione delle fasi lunari e dei cicli planetari nella semina e nella coltivazione, l'utilizzo di compost biodinamici autoprodotti per la concimazione e il divieto di utilizzare prodotti chimici. Non solo infatti sono vietati i pesticidi chimici e fertilizzanti, ma si utilizzano famosi preparati biodinamici, come il cornoletame e il cornosilice.
L'agricoltura biodinamica è regolata oggi dall'associazione Demeter, che fornisce il marchio commerciale ai prodotti ottenuti da agricoltura biodinamica.
Esattamente nel 2013, Demeter ha stabilito delle linee guida specifiche, che sono servite come base per la redazione dello Standard italiano per la produzione di vino biodinamico nel 2018. A differenza di quanto avviene per i prodotti biologici, la certificazione non riguarda esclusivamente il prodotto finito. Per poter utilizzare il marchio "Demeter" sull'etichetta, è necessario che l'intero processo di produzione del vino rispetti tali linee guida. Questo documento regolamenta le attività in vigna e in cantina, analogamente a quanto avviene con la produzione biologica.
Sia chiaro che le linee guida Demeter non hanno riconoscimento a livello legislativo perché sono frutto di un’associazione privata di produttori biodinamici che hanno dettato un disciplinare condiviso.  
Ma non è tutto. Diametralmente opposto alla viticoltura convenzionale esiste anche la realtà dei “vini naturali”. Vediamo insieme cosa sono.
 

VINO NATURALE.

I vini naturali sono anche chiamati “vini secondo natura” o “vini veri”. Generalmente legati a piccole realtà produttive artigianali, i vini naturali rifiutano la vinificazione tecnologica. Questo movimento di pensiero nasce in Francia ed ha presto trovato buona diffusione in tutto il territorio europeo.  I vini naturali sono prodotti con la fermentazione spontanea del mosto, senza l’aggiunta di lieviti selezionati e di altre sostanze, ad eccezione di piccole quantità di anidride solforosa. Inoltre, si evita il ricorso ad altri procedimenti invasivi. Ad oggi, non esistono regole fisse, organismi di certificazione o un consenso unanime sulla definizione di "vino naturale". Esistono tuttavia numerose associazioni spontanee di viticoltori che promuovono questa tipologia di vini, secondo disciplinari o “manifesti” volontari, spesso diversi tra loro, anche se con molti punti in comune.
Possiamo menzionare tra i gruppi più noti  Triple A, Vinnatur, Consorzio Vini Veri, che contraddistinguono l’etichetta applicando il loro logo.
Queste filosofie si sovrappongono ed in parte abbracciano, oltre ai principi della viticoltura biologica, anche quelli della biodinamica. I loro metodi di produzione si rifanno spesso a competenze artigiane antiche e tradizioni di un determinato territorio.
 
Ed ora che abbiamo raccontato le diverse tipologie di approccio green del mondo vino il nostro consiglio è degustare con maggiore consapevolezza e conoscenza per apprezzare fino in fondo il vino che versate nel vostro calice.
Cin Cin!   
 

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