Come leggere il bicchiere di vino
Archetti e lacrime nel bicchiere... li avete mai notati?
Perché facciamo roteare il vino nel bicchiere? E sappiamo poi “leggerlo” ed interpretarlo?
Premesso che se abbiamo un calice di spumante, farlo roteare NON VA BENE perché ne perdereste buona parte del perlage, per il resto dei vini è concesso.
La prima buona ragione per far roteare il vino nel bicchiere è ossigenarlo per aprire così tutto il suo corredo aromatico. Un vino in bottiglia da anni ha bisogno, a maggior ragione, di prendere aria per esprimere la varietà delle sue note olfattive!
Ma sappiate che prima di portare al naso il bicchiere è possibile scoprire, solo guardandolo, se avete davanti un vino corposo con un alto tenore alcolico o meno. Volete sapere come?
Molto semplice…E’ sufficiente notare le tracce che il vino lascia sulle pareti del calice dopo averlo fatto appunto roteare nel bicchiere.
Precisamente le tracce in questione vengono chiamate “archetti”, oppure “lacrime” (dai francesi), “gambe” (dagli inglesi) o “finestre di chiesa” (dai tedeschi).
Se si formano pochi archetti e le lacrime scendono velocemente avrete senz’altro nel bicchiere un vino dal grado alcolico basso (11,5%-12%) e probabilmente non sarà un vino di grande corpo. Potremmo citare per esempio i Soave freschi d’annata, il tai rosso dei Colli Berici, un fior d’arancio secco.
Al contrario se gli archetti che si formano saranno fitti e le lacrime scenderanno lentamente avrete in mano un vino più alcolico e di corpo, per citarne di famosi direi un Amarone, un Recioto di Soave, un vino bianco del Collio, tutti vini che superano il 13% di alcol.
Ora siete pronti ad osservare come “piange” il vostro vino… e buona degustazione!