Tappo in sughero o a vite? Questo è il dilemma
Vi sarà sicuramente capitato di imbattervi nella stappatura di bottiglie che non utilizzavano il tradizionale tappo in sughero, ma il tappo a vite, per la precisione il tappo Stelvin.
Che ne pensate?
Facciamo qualche ragionamento proprio sull’annoso problema della chiusura delle bottiglie.
Tranquilli, winelovers, la soluzione non è netta a favore di una o dell’altra tappatura ma è bene che facciamo chiarezza sui pro e contro delle due scuole di pensiero e poi… a voi la decisione.
Cerchiamo di sintetizzare e chiarirci le idee.
Ad oggi il sughero è il metodo di imbottigliamento più usato. Il sughero è un materiale naturale e in quanto tale è naturalmente poroso.
Cosa significa? Significa che permette un passaggio di ossigeno e dunque comporta una (seppure lenta) evoluzione del vino, un invecchiamento insomma.
Del tappo Stelvin che possiamo dire?
Sta prendendo piede velocemente nel Bel Paese, soprattutto tra i vini del nord Italia. Il tappo a vite nella pratica è in grado di sigillare ermeticamente la bottiglia e mantenere perfettamente isolato il vino dall’ambiente esterno. Nessun passaggio di ossigeno dunque che rischi di ossidare il nostro vino.
Sarà un bene o un male?
Dedichiamo una piccola parentesi anche al “rito romantico” della stappatura che tanto sta a cuore agli amanti del vino: Diciamocelo, stappare una bottiglia con un tappo in sughero rimane sempre un gesto suggestivo, emozione che invece il tappo Stelvin non trasmette.
Eppure questo Stelvin qualche vantaggio lo riserva eccome. Mentre nella conservazione delle bottiglie con tappo in sughero è sempre bene tenerle sdraiate affinchè il tappo non si secchi, con il tappo a vite questa necessità non si ritrova. Ecco dunque risolto un grosso problema legato allo stoccaggio non da poco!
Concludiamo riassumendo il nocciolo della questione che ben vi aiuterà a discriminare sughero da Stelvin:
Se il vino che avete davanti deve o può ancora compiere una evoluzione, un invecchiamento (un Barolo per esempio), sarà corretto prevedere un passaggio di ossigeno: il tappo in sughero è adatto.
Diverso è se vogliamo preservare il vino esattamente com’è stato imbottigliato e poi immesso in commercio. Si tratta dei vini che definiamo di pronta beva, quelli cioè che vanno bevuti entro l'anno. In questo caso il tappo a vite riuscirà a salvaguardarne le caratteristiche organolettiche.
Quindi occhio sempre alla “prova del tempo” che è l’esame più importante che deve superare il tappo.