Felline

La cantina Agricola Felline ha una storia che risale alla metà del XX secolo, quando Gregorio Perrucci, reduce della Seconda Guerra Mondiale, decide di mettere in pratica il suo talento nell'innestare i nuovi impianti di primitivo. Grazie alla Riforma Agraria dell'epoca, i nobili sono costretti a cedere i terreni ai contadini, i quali iniziano a bonificarli e a piantare vigneti.

Gregorio diventa il punto di riferimento per l'innesto dei nuovi vitigni di primitivo e insieme ai suoi fratelli avvia un'attività di mediazione per vendere il vino sfuso prodotto da quelle famiglie. Grazie alla sua esperienza, Gregorio conosce le qualità del primitivo legate ad ogni tipo di terreno e trasmette tutto il suo sapere al figlio Costantino, il quale prosegue l'attività di mediazione secondo gli insegnamenti dello zio Florenzo.

Negli anni '60, l'Italia inizia a riprendersi dalla povertà e i consumi del vino "Manduria" o "Sava" diventano sempre più diffusi, soprattutto nel nord Italia grazie alle famiglie emigrate. Questo porta Costantino e i suoi fratelli a prendere la decisione di costruire una vera e propria cantina, in quanto gli antichi palmenti stavano cedendo il passo alle moderne cantine sociali.

Nel 1973, con la costituzione del Mercato Comune Europeo, si aprono grandi opportunità per i produttori del sud Italia, in particolare per la Sicilia e successivamente per la Puglia. Questo spinge Costantino a costruire una terza cantina, capace di lavorare grandi quantità di uva e di fornire navi cisterna che partono settimanalmente dai porti di Gallipoli, Taranto e Brindisi.

La cantina Agricola Felline si consolida come uno dei maggiori esportatori italiani di vino sfuso, con un volume venduto medio di circa 100 milioni di litri all'anno fino alla metà degli anni '90. Ma è il figlio primogenito di Costantino, Gregory Perrucci, a portare l'azienda verso la viticoltura di qualità. Gregory inizia ad allestire un'area dedicata alla vinificazione di qualità e nel 1992 viene costruita una cantina per l'imbottigliamento.

Gregory si dedica in particolare al primitivo, acquistando vigneti interessanti e applicando moderne tecniche di vinificazione, molte delle quali apprese durante i suoi viaggi in California. Durante questi viaggi, Gregory studia le relazioni tra il primitivo e lo zinfandel californiano, cercando di capire il motivo del successo del secondo, nonostante la diffusione ancora limitata del primitivo.

Per potenziare la componente agricola della loro produzione, iniziano a collaborare con Salvatore Mero, un esperto del primitivo con una lunga tradizione familiare nel settore viticolo. All'inizio degli anni '90, la squadra di lavoro si arricchisce con importanti collaborazioni, come quella con l'enologo Roberto Cipresso, che ha già maturato esperienze in aziende importanti di Montalcino.

Nel 1996, l'azienda agricola Felline fa la sua entrata ufficiale sul mercato, presentando una gamma di Primitivi di Manduria completamente nuovi, moderni e puliti. Vengono proposti blend che finora non erano mai stati sperimentati, come l'Alberello, ottenuto dalla combinazione di primitivo e negramaro, oppure il Vigna del Feudo, che unisce primitivo, montepulciano e cabernet sauvignon.

L'intensa ricerca scientifica con l'Accademia dei Racemie la collaborazione di uno staff molto motivato hanno consentito il raggiungimento di elevati standard qualitativi e il recupero di alcune varietà quasi estinte come Susumaniello e Ottavianello, a cui si aggiungono gli altri autoctoni: Primitivo, Negroamaro, Malvasia nera.

La cantina Agricola Felline rappresenta quindi la sintesi della tradizione vinicola del territorio pugliese e dell'innovazione delle tecniche di vinificazione moderne. Grazie all'impegno di generazioni di viticoltori e alla passione di Gregory Perrucci, l'azienda continua a crescere e a offrire al pubblico vini di alta qualità e dal sapore unico.