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Vino Biologico e Biodinamico a confronto

12 Settembre 2018

Nel mondo del vino vi sarete imbattuti senz’altro nelle ormai comuni diciture “Biologico” e “Biodinamico” ma avete ben chiaro il loro significato?

Sono talvolta sottili le differenze che li distinguono e la confusione nell’utente finale non manca. Chiariamo qualche idea.

Il vino biologico, dopo anni di vuoto normativo è stato disciplinato dal Regolamento Europeo 203/2012, pubblicato sulla gazzetta ufficiale della UE il 9 Marzo 2012 dopo diversi anni di controversie. Oggi quindi non solo si intende biologico un vino che viene “prodotto da uve coltivate secondo metodi di agricoltura biologica” ma più precisamente tutte le fasi produttive del vino sono rigidamente “sotto controllo”.



Nello specifico, in vigna non si fa uso di sostanze chimiche di sintesi né di OGM, e in cantina si può intervenire a correggere il vino solo con prodotti enologici autorizzati. La quantità di Solfiti è inoltre inferiore rispetto a quella dei vini convenzionali. L’azienda produttrice, pensate, viene certificata “biologica” da un organismo competente solo dopo 3 anni dalla conversione, 3 anni di severi e continui controlli. Insomma col biologico non si scherza.

Ancora privo di riconoscimento legislativo è invece il vino biodinamico, frutto di un’agricoltura di nicchia, la biodinamica appunto. E’ la filosofia produttiva che più si avvicina al “vino di una volta” ed oggi trova anche espressione nell’associazione Demeter.
Di cosa si tratta?
La filosofia biodinamica vuole che si operi nel pieno rispetto del corso naturale della natura (particolare attenzione alle fasi lunari) e delle sue risorse come il compost naturale. Nell’agricoltura biodinamica non vengono utilizzati, al pari di quella biologica, prodotti di sintesi chimica e organismi geneticamente modificati (OGM) e di predilige l’utilizzo di preparati naturali ottenuti da processi fermentativi, decotti e minerali, come polvere di quarzo. E i solfiti? Ancora minore la quantità ammessa rispetto ai biologici . Il biodinamico si spinge ancora oltre. Non ama l’utilizzo di macchinari, infatti predilige per esempio l’aratro al trattore per rispettare la fauna tra le vigne… insomma a voi le considerazioni finali.

Il nostro consiglio?
Esistono vini convenzionali, biologici e biodinamici. Premiare una categoria a discapito delle altre non è la nostra scelta piuttosto abbiate sempre senso critico e un buon palato per assaggiare e giudicare le diverse espressioni dell’impegno di un vignaiolo. Siete d’accordo?

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